giovedì 31 dicembre 2020

Cinzia - Leo Ortolani

Cinzia è un romanzo grafico a fumetti di Leo Ortolani pubblicato da BAO Publishing nel 2018, avente come protagonista il personaggio di Cinzia Otherside.
Nonostante il personaggio eponimo appartenga all'universo fumettistico di Rat-Man, nella storia non è presente il supereroe. 

in questa pagina possiamo vedere Cinzia e Thomas guardare uno streaming di Tamara (amica di Cinzia), un mometo molto divertente dell'appuntamento che Cinzia riesce ad ottenere dopo non pochi tentativi.




martedì 1 dicembre 2020

Alberto Moravia - La Villa del Venerdì

La Villa del Venerdì è un racconto breve, scritto da Alberto Moravia nel 1990

Narra la storia di Stefano e Alina, che decidono, come per gioco, di trasformare il loro matrimonio in una coppia aperta. Nei suoi "giorni di libertà" Alina allaccia un'intensa relazione con Paolo, un pianista. Stefano, tormentato da una gelosia ossessiva al punto da fargli spiare i due amanti, architetta un omicidio.

qui vi propongo i due estratti in cui si parla della della sculacciata che Alina prenderà.

 

 

 

Stefano esce sulla terrazza e infatti Alina è lì, seduta nella sdraia, le lunghe gambe distese nella stretta guaina rossa, i piedi accavallati sotto i volanti.

Allora cerca di nascondere la propria gioia e le domanda con tono di moderata sorpresa: “Toh, sei qui? Ma si può sapere che cosa è succeso?”

Lei comincia subito a parlare come ansiosa di confidarsi: “E’ successo qualcosa che ci ha sconvolti a tale punto che abbiamo deciso, d’accordo, di anticipare il mio ritorno per meglio riflettere tutti due.”

“Non capisco. E’ successo qualche cosa per cui sei tornata a casa per riflettere. Ma che cosa? Qualche cosa di negativo?”

“Non proprio- certo qualche cosa di nuovo.”

“Di nuovo?”

“Sì, qualche cosa che non era mai successo e che non avevamo mai preveduto che poteva succedere.”

“Ma che cos’è?”

“No, non posso dirtelo. Ti basti sapere che ho provato con lui qualche cosa che non avevo mai provato con nessuno.”

“Nemmeno con me?”

“Con te meno che mai. Ma non farmi parlare. Posso soltanto dirti che per tutti due è stato come esplorare un territorio sconosciuto. E’ stata una scoperta e siamo tutti due sconvolti.”

“Addirittura una scoperta? E che sarà mai!”

“Tu, certe cose non puoi capirle.”

“Ah, sì, e perché poi?”

“Perché vuoi spiegare tutto, definire tutto, rendere tutto chiaro e razionale. E invece non è così. Tutto è oscuro e, se vogliamo, folle.”

“Ma insomma che cosa è successo?”

“Non posso dirlo, è una cosa tra me e lui.”

“Va bene, non dirlo ma allora stiamo zitti e guardiamo al mare.”

Ma Alina è tornata con un giorno di anticipo non tanto per riflettere quanto per confidarsi. E infatti, dopo un lungo silenzio, alla fine riprende: “Se mi prometti di non fare i soliti commenti pieni di sufficienza, allora te lo dico.”

“Va bene, niente commenti. Dunque che cosa è successo?”

“Mi ha battuto.”

“Ti ha battuto?”

“Sì, battuto, picchiato, percosso.”

“Ma allora tu devi assolutamente smettere di vederlo.”

“Ma no, come il solito non capisci nulla. Basta, non parlo più.”

“Via, come non detto, parla.”

“Forse non mi sono spiegata bene. E’ andata così. Quando mi hai telefonato dal bar Mimosa dicendomi che volevi vedermi, io ero appena arrivata. Lui, impaziente come il solito, mi era già saltato addosso e, insomma, stavamo già per fare l’amore. Ma io non avevo tanta voglia. Da qualche tempo non mi divertivo più tanto perché lui, con quel suo andare avanti indietro dentro di me, non la finiva più e io ad un certo punto mi distraevo e pensavo ad altro. Così, in fondo, sono stata quasi contenta che tu mi abbia telefonato e, come ti sarai accorto, non ho avuto nessuna difficoltà a raggiungerti al bar. Davvero, come ti ho detto, ho avuto l’impressione che si fossero scambiate le parti e che tu fossi diventato l’amante e lui il marito. Bene. Quando sono tornata alla villa e sono entrata nel soggiorno, non mi sono accorta che lui, fuori di sé per l’impazienza, mi aspettava nascosto dietro la tenda. Sono andata al divano, tutto ad un tratto lui si avvicina alle spalle e invece di abbracciarmi, farmi stendere e, poi, come le altre volte, prendere ad accarezzarmi dolcemente e, debbo dirlo, noiosamente, ecco mi acciuffa per i capelli, mi sbatte sui cuscini, mi applica una mano sulla faccia e mi preme con tutta la sua forza la palma sulla bocca e le cinque dita sul naso e sugli occhi quasi volesse accecarmi. Intanto mi spinge l’altra mano tra le gambe e mi afferra per il pube, come se volesse strapparlo. La mano che mi manteneva la testa affondata nei cuscini mi imbavagliava; le dita quasi mi spingevano gli occhi fuori dalle orbite; l’altra mano mi torceva e straziava il sesso. Soprattutto, lui faceva tutto questo con una violenza terribile, spietata, nuova in lui, che, finora, come ti ho detto, era stato, se vogliamo, fin troppo rispettoso e gentile.”

“Allora?”

“Allora, improvvisamente non so davvero cosa mi è successo. Invece di morderlo, di graffiarlo, di dargli un calcio nello stomaco come avrebbe fatto qualsiasi donna al mio posto, ecco che prendo a baciargli quella stessa mano con la quale mi schiaccia la faccia sui cuscini.”

“Ma come hai potuto farlo visto che, secondo le tue stesse parole, ti imbavagliava.”

“Sì, mi imbavagliava, ma non tanto che non potessi leccargli gli interstizi tra le dita, ma lo sai perché?”

“Cosa vuoi dire?”

“Perché lo facevo? Perché sentivo con assoluta sicurezza che quell’uomo mi amava, veramente mi amava, proprio d’amore, sì, di vero amore e questo per la prima volta da quando ci conosciamo che è ormai un anno.”

“Immagino che anche lui avrà a avuto la stessa sensazione che tu lo amavi davvero, di vero amore.”

“Infatti, l’ha avuta, me l’ha detto il giorno dopo. Subito dopo, però, si è vergognato, si è pentito della sua violenza. Si è gettato ai miei piedi e mi ha chiesto perdono, promettendo che non l’avrebbe fatto mai più. Anche io mi vergognavo, ma meno di lui, forse perché, dopo tutto, ero stata io a subire la violenza e lui non poteva immaginare che mi fosse piaciuta. Così ci siamo giurati l’uno all’altro che sarebbe stato la prima e l’ultima volta. Eravamo in buona fede, eravamo davvero pentiti, tanto è vero che lui, quella stessa notte, ha avuto verso di me un contegno così tenero e delicato che quasi mi pareva impossibile che fosse lo stesso uomo che poco prima era stato così brutale e spietato.”

“Molto interessante. Il giorno dopo, che cosa è successo perché tu sia tornata a casa così in anticipo?”

“Il giorno dopo, che è oggi, abbiamo fatto la solita vita senza affatto parlare di quello che era accaduto la sera prima. Siamo stati tranquilli, sereni, distesi; eravamo sicuri che non avremmo mai più fatto l’amore nel modo, diciamo così, violento. Poi, poco prima di cena, lui si è seduto al pianoforte e ha preso a suonare. Ha suonato quella nenia insistente, orientale, il Bolero di… Come si chiama l’autore?”

“Ravel.”

“Ecco, bravo, Ravel, che è già così incalzante e lui lo suonava quasi con rabbia. Mi avvicino, gli pongo un braccio intorno le spalle, così, per tenerezza. D’improvviso, che è che non è, smette di suonare, fa fare un giro allo sgabello e con un solo strattone mi piega giù, bocconi, sulle sue ginocchia. Non mi ero ancora vestita, avevo fatto or ora la doccia, e mi ero infilato un accappatoio, corto. Lui mi tira su l’accappatoio, mi tiene giù la testa con una mano sul collo, e con l’altra prende a battermi. Erano le stesse mani con le quali aveva poco fa suonato il pianoforte, lievi, delicate, sensibili, ma adesso parevano di ferro.”

“Che intendi per battere?”

“Quello che si fa qualche volta ai bambini per punirli di qualche cosa che non dovevano fare.”

“Ho capito. In buon italiano chiama sculacciare.”

“Sì, lo so che si dice così. Ma è una parola, come dire?, comica che non rende affatto la sensazione che provavo.”

“E che sensazione era?”

“Dico sensazione, ma dovrei dire anche sentimento. La sensazione è stata prima di dolore, te l’ho già detto, come se la mano fosse di ferro. Poi, il dolore, non so come, si è cambiato in un grande calore dolce che dal fondo delle schiena mi arrivava su su fino alle guance.”

“E il sentimento?”

“Il sentimento, quello non si può descrivere.”

“Perché?”

“Perché è un sentimento d’amore. L’amore non si descrive, si prova.”

“Se l’hai provato dovresti sapere descriverlo.”

“Ma, non so, di sottomissione, di ubbidienza, di pentimento.”

“Pentimento di che cosa?”

“Ecco il punto. Di tutto e di nulla. Lui mi puniva, io sapevo benissimo che non avevo fatto nulla di male eppure mi pareva giusto che mi punisse. Tant’è vero che ad un colpo più forte degli altri, figurati, gli ho gridato: “Non lo farò più, ti giuro che non lo farò più”.”

“E questo lo chiami amore?”

“Sì, è amore perché, mentre lo facevamo, sentivo che l’amavo e che lui a sua volta mi amava. Era un amore nuovo che non avevo mai provato prima con nessuno. Senza volerlo, come ti ho detto, per puro caso, in fondo per merito tuo che sei venuto a cercarmi, abbiamo scoperto una maniera nuova di amarci.”

“Lo sai che cosa avete scoperto?”

“Eccoti, con le tue definizioni. Non lo so e non voglio saperlo. So soltanto che ci amiamo e mi basta.”

“Avete scoperto tu il masochismo, lui il sadismo.”

“Lo vedi, non sei capace di capire certe cose e allora ricorri agli insulti.”

“Non è un insulto, sono due maniere di amare complementari e dipendenti l’una dall’altra.”

“no, è un insulto. Si dice comunemente: sei un masochista, sei un sadico, per dire: sei un degenerato. Io invece ho sentito che io non ero masochista e che lui non era sadico e che quello che facevamo era vero amore. Un amore come questo, tra noi due, non c’era mai stato.”

“Grazie a Dio!”

“E’ inutile che fai dell’ironia. Tu, certe cose, non puoi capirle. Sei troppo intellettuale, troppo fatto sui libri. Non sai che cosa è veramente l’amore.”

“Che cosa è l’amore?”

“E’ qualsiasi cosa, magari dire delle parolacce. Tu ieri mi hai dato della mignotta ed era amore. Lui, magari, uno di questi giorni, mi dirà anche lui la stessa parola e sarà di nuovo amore.”

Ora, per la sceneggiatura a cui sta lavorando e che racconta la storia del rapporto edipico tra una madre e un figlio, Stefano si è portato dietro al mare una piccola enciclopedia psicanalitica. Adesso salta su dalla sdraia e corre nel soggiorno. Il libro è là,nello scaffale, Stefano lo prende, torna sulla terrazza, e alla luce della lampada infissa nella parete della villa, sfoglia in fretta e furia il volume, quindi legge ad alta voce: “l’importanza della coppia nel sadomasochismo super ampiamente il piano delle perversioni. Il sadismo e il masochismo occupano, tra le perversioni, un posto speciale. L’attività e la passività che ne formano i caratteri complementari e opposti sono costitutivi della vita sessuale.”

Per la prima volta da quando ha stretto il patto con Alina, Stefano è quasi felice. Gli pare di essere il più forte; di librarsi con la sua enciclopedia al di sopra del delirio della gelosia. Alina tace. Trafelato, lui conclude: “Come vedi, non è un insulto. E’ soltanto il nome che bisogna dare alla vostra pretesa scoperta. E questo nome è: sadomasochismo.”

“Già, avremmo scoperto una perversione, eh! E allora spiegami perché subito dopo questa cosiddetta perversione, abbiamo fatto così bene l’amore e io ho provato tanta tenerezza e affetto per lui, e gli ho baciato le mani, e, se vuoi proprio saperlo, anche i piedi. Sì, mi sono buttata carponi e gli ho baciato i piedi.”

“E allora, tu dimmi perché sei tornata un giorno prima. Cosa sei tornata a fare?”

“Sentivo il bisogno di riflettere, magari di confidarmi con te. Ma ho fatto male, malissimo. Tu mi hai disgustata con la tua freddezza, le tue definizioni. Guarda, avevo intenzione di passare la domenica con te, ma ci ho ripensato e torno da lui. Ciao, leggiti il tuo libro, ci vediamo domani sera.”

 

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Appena giunge sulle dune, si volta a guardare e vede subito la villa, lassù, un grande rettangolo oscuro con una sola finestra illuminata. Non c’è ancora la luna, ma se ne indovina la presenza perché la notte è chiara. Inoltre quella gialla luce tranquilla della finestra illuminata gli permetterà di giungere alla villa senza difficoltà.

Pensa che forse in quel momento i due amanti stanno facendo il loro amore oltraggioso e manesco; forse l’uomo sta sculacciando Alina. Si dice che questa scena ridicola è probabilmente ciò che si nasconde dietro la luce così calma e rassicurante della finestra. Ma si accorge che questa immaginazione non ha nulla di comico. Al contrario, gli fa sentire di nuovo più preciso e più insopportabile il senso di un incubo che ormai dura da troppo tempo e che il colpo di pistola dissiperà.

 

 

 

sabato 14 novembre 2020

Duca di Marte

oggi non posto nulla di pubblicato in Italia, ma vi presento un prodotto italiano genuino. vi presento il bravissimo disegnatore Duca di Marte. Duca è originario del centro Italia e ama disegnare personaggi come le guerrire Sailor o Lamù, di cui ha fatto molti disegni di vari generi. ma la sua galleria è piena di personaggi originali o presi da cartoni o fumetti. ama tutti i generi relativi alla sculacciata, quindi M/F - F/M - F/F - M/M. qui vi mostro due suoi capolavori, entrambi F/m, ma entrambi in una stupenda cornice, ambientati in Italia nelle nostre bellissime città storiche, Roma e Firenze. consiglio a tutti di andare a vedere i suoi capolavori che potete trovare nel sito Anime OTK

non dimenticate che il ragazzo accetta commissioni quindi non fatevi problemi a contattarlo per avere i vostri disegni personalizzati ;) 

https://dukecomics.blogspot.com/



 

mercoledì 11 novembre 2020

Shazam! - Chi ha rubato il fulmine di Billy Batson?

 nella storia "chi ha rubato il fulmine di Billy Batson?", disegnata da Kurt Schaffenberger, vediamo il giovane Zazzo fare scherzi e dispetti per tutta la città. questo succede almeno fino al momento in cui non viene acciuffato da Shazam e punito come merita.

questa storia possiamo trovarla nel volume "Showcase Presenta volume 1 - SHAZAM!" edito dalla Planeta DeAgostini nel 2008, e che racchiude molte vecchie storie dei primi anni di vita di Shazam.




mercoledì 4 novembre 2020

David Zed ‎-- R.O.B.O.T.

 

Zed, David Zed o Mr. Zed sono i nomi assunti da David Kirk Traylor per interpretare questo robot umanoide, che ebbe successo negli anni 80 in trasmissioni televisive come "Tilt!", "Domenica In", "Discoring", "Pronto… Raffaella?", e più recentemente "Anima Mia" e "Quelli che il calcio".
tra le sue performance troviamo anche due canzoni, e qui voglio concentrarmi sulla canzone intitolanta "R.O.B.O.T.". nel testo in cui lui racconta e spiega il suo modo di vivere e le sue abilità robotiche, dice anche che è un robot amico dei bambini, ma solo di quelli bravi, perché quelli cattivi avranno ciò che meritano :)  

questa è la strofa in questione, e potete trovarla al minuto 2:36 :


"Sono un robot
amico dei bambini
ma quelli biricchini
se fanno i cattivi
li prendo a sculaccion"






martedì 3 novembre 2020

Braccio di ferro - caccia cattura e civilizzazione di Braccio di Legno Babbo di Bordo

Braccio di Ferro o Popeye, è un personaggio nato nel 1929 dalla matita di Elzie Crisler Segar. sono molte le storie di Braccio in Ferro in cui possiamo apprezzare una bella scena di sculacciate, sia nei fumetti che nei cartoni animati. quella che prendo in esame oggi è tratta dalla storia "caccia cattura e civilizzazione di Braccio di Legno Babbo di Bordo" e pubblicata sul volume "Fino All'ultimo Spinaccio", pubblicato nel 1971 nella collana Oscar Mondadori Cartoon N°315. in questa storia vediamo Braccio di Ferro sculacciare la sua fidanzata Olivia, tenendola sulle ginocchia, per aver parlato male di suo padre Braccio di Legno. 




giovedì 29 ottobre 2020

Mandrake - 8 - Un mondo sconosciuto

 Mandrake il mago è un personaggio ideato da Lee Falk e disegnato da Phil Davis, nel 1934. in Italia ha avuto numerose ristampe di storie singole o raccolte. qui vi propongo le immagini tratte dall'albo numero 8 della collana Nerbini uscito nel 1939, dal titolo Un mondo sconosciuto. in questa storia Mandrake e il suo fedele aiutante Lotar incontreranno Dany, e durante le loro avventure si ritroveranno a punire Dany con una bella sculacciata otk data da Lotar su indicazione di Mandrake.



venerdì 23 ottobre 2020

Zio Paperone e il Vello d'Oro - Paperino e il Vello d'Oro

 Zio Paperone e il Vello d'Oro (a volte titolato come Paperino e il Vello d'Oro), è una storia di Carl Barks del 1955. come da titolo racconta le avventure di Paperino e Zio Paperone alla ricerca del Vello d'Oro e del loro incontro ravvicinato con le aripie (o sirene come erano chiamate nei tempi antichi). in questa storia Zio Paperone viene sculacciato da un'arpia per essersi arrabbiato dopo il loro rapimento e aver urlato loro contro. 

Questa storia viene ristampata in:

  • Albi della rosa / Albi di Topolino 492 (1964)
  • Cartonatoni Disney 2A - Io, Paperino (1971)
  • Cartonatoni Disney 2B - Io, Paperino (1979)
  • Complete Carl Barks 16 (1980)
  • Club Giovani 12 - Io Paperino - Volume 2 (1984)
  • Paperino di Barks collezione # 16 (1986) col titolo di Zio Paperone e il vello d'oro
  • Zio Paperone 5 (1988) col titolo Zio Paperone in "Il vello d'oro"
  • Zio Paperone 78 (1996) (Zio Paperone e il vello d'oro)
  • Zio Paperone (ristampa) 5 (2001) (Zio Paperone in "Il vello d'oro")
  • Topolino Story 8 - 1956 (2005) (Paperino e il vello d'oro)
  • La grande dinastia dei paperi 10 - 1955 - Zio Paperone e la pietra filosofale (2008) *(Zio Paperone e il vello d'oro)
  • Raccolta Zio Paperone 2 (Zio Paperone in "Il vello d'oro")

  (fonte: https://paperpedia.fandom.com/it/wiki/PaperPedia_Wiki)

 


 

giovedì 15 ottobre 2020

Fun home - Una tragicommedia familiare

 Fun home. Una tragicommedia familiare, è una graphic novel edito dalla Rizzoli nel 2007. Scritto e disegnato da Alison Bechdel, racconta la sua storia, del suo rapporto con il padre e della scoperta della sua sessualità. una storia senza eccessi ma raccontanta con quella malinconia che abbiamo un po' tutti ripensando al nostro passato.

la scena di sculacciate qui rapprensetata racconta della estrema severità del padre che non lasciava passare nemmeno il più piccolo errore, cioè quello di aver messo un vaso un po' troppo vicino al bordo del tavolo.

 


 

giovedì 17 settembre 2020

Paperino e i buoni propositi

 Paperino e i buoni propositi (in originale, Donald Tames His Temper) è una storia scritta e disegnata da Carl Barks, pubblicata per la prima volta negli Stati Uniti nel gennaio del 1946, e in Italia nel dicembre del 1949.

nella storia si parla di Paperina che consiglia a Paperino di fare dei buoni propositi per l'anno nuovo. lui ripromette a se stesso di essere più pacato e cercare di mantenere la calma dato il suo carattere estremamente nervoso. i nipotino Qui, Quo e Qua lo scoprono e immaginando di riuscire ad evitare future punizioni se ne approfittano facendolo arrabbiare in tutti i modi. la storia è molto divertente e potete trovarla nei seguenti albi:

  • Topolino 9 (1949)
  • Oscar Mondadori (Oscar Fumetto) 1340 - Noi Paperi - volume primo (1978)
  • Complete Carl Barks 3 (1980)
  • Topolino (ristampa Nerbini) 1 9 (1989)
  • Topolino (ristampa Nerbini) 2 9 (1990)
  • Zio Paperone 22 (1991)
  • Carl Barks Comic Art 4 (1996) Donald Duck
  • I classici del fumetto 10 - Paperino (2000) Paperino e i buoni propositi
  • Topolino (ristampa Disney) 9 (2002)
  • Zio Paperone (ristampa) 22 (2002)
  • Topolino Story (Corriere della Sera) 1 - Topolino Story 1949 (2005)
  • La grande dinastia dei paperi 37 - 1946 - Paperino e l'incendiario (2008)
  • Topolino (ristampa Corriere della Sera) 9 (2010)
  • Raccolta Zio Paperone 6 

  (fonte: https://paperpedia.fandom.com/it/wiki/PaperPedia_Wiki)















sabato 4 luglio 2020

Leggo 25 Giugno 2020 - Covid-19

il giorno 25 Giugno 2020, la prima pagina di Leggo, il quotidiano distribuito gratuitamente in molte città italiane, aveva come titolo centrale "Scuolacciate", un gioco di parole tra Scuola e Sculacciate per sottolineare le critiche ricevute dal Ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina in merito alle linee guida per la riapertura delle scuole a seguito della chiusura dovuta alla pandemia di Covid-19.